La viticoltura nella tradizione ortonese
Comunità 26 novembre 2018XIV edizione CON.VI.VI, CON.V.OLI e CON.VIN.CI
Ortona con la sua storia e caratterizzazione dei prodotti tipici come l’uva e l’olio, continua a tramandare le esperienze di generazione in generazione, per mantenere vivono le proprie origini e patrimonio storico, culturale ed economico. Il pergolone o “lu pruvulone” ha rappresentato l’eccellenza della qualità ortonese tra le uve da tavola, capace di riscatto e rilancio socio-economico del paese dopo la terribile vicenda della seconda guerra mondiale.
Alcune contrade della parte nord di Ortona, dalla Ghiomera a Colombo, nella serata del 24 novembre, presso il salone della Parrocchia di Cristo Re hanno dato continuità all’iniziativa CON.VI.VI, CON.V.OLI e CON.VIN.CI, ormai giunta alla XIV edizione. Manifestazione ideata da alcuni parrocchiani, per la valorizzazione dell’uva e dell’olio prodotte in alcune contrade di Ortona, al fine di continuare ad incentivare la ricchezza e la memoria del passato nella continuità del presente e del futuro del paese. CON.VI.VI, CON.V.OLI e CON.VIN.CI rappresenta una premialità o riconoscimento conferito ai concorrenti, tramite una giuria, per il miglior vino e olio prodotti tra settembre e ottobre dell’anno in corso.
L’edizione 2018 di CON.VI.VI, CON.V.OLI e CON.VIN.CI ha registrato la partecipazione di alcuni professionisti del settore per meglio specificare il valore culturale, sociale ed economico dell’uva e dell’olio prodotte nel Comune di Ortona. Il dibattito, moderato dal giornalista Nino Germano, ha affrontato l’evoluzione della vitivinicoltura ortonese nell’ambito dell’evoluzione storica. Giuseppe Cavaliere della Regione Abruzzo ha richiamato l’attenzione sull’evoluzione del vino in Abruzzo, non solo ortonese, negli ultimi 50 anni evidenziando le profonde trasformazioni che hanno determinato in modo positivo una crescita in termini quantitativi e qualitativi, dato che il Montepulciano d’Abruzzo ha festeggiato proprio in questi giorni in primi 50 anni dell’attribuzione del primo DOC regionale. La produzione dei vini in Abruzzo poi, è passata dal 1968 ai nostri giorni, da 60 mila elettroliti a 100 mila elettroliti. A partire dal 1970, anno d’inizio del censimento delle viti in Abruzzo, si può notare l’alta percentuale in più dell’uva da tavola rispetto a quella da vino evidenziando che quella ortonese era mondo centrata sull’uva da tavola. Attualmente invece si registra invece, che l’uva da tavola è scomparsa e sostituita totalmente dal mondo enologico. Massimiliano Di Bartolomeo, quale Presidente della Cantina sociale di Ortona, ha posto l’accento invece sulla gestione di tipo imprenditoriale con una concezione di tipo manageriale, dato che si è passati da una produzione di massa a quella qualità. La qualità, a seguito pure dell’impulso delle direttive europee, è divenuto un requisito essenziale per la coltivazione delle uve. Ezio Sciarra, docente universitario, ha posto l’attenzione sulla tipizzazione del prodotto, come ad esempio del pergolone che anticamente veniva identifico ad Ortona senza nessuna attività di marketing territoriale.
La tipicizzazione del pergolone ha rappresentato pure una massiccia presenza di persone, prevalentemente di donne, sul territorio ortonese che veniva a lavorare dall’entro-terra sulla costa per la lavorazione dell’uva. La tipicizzazione del pergolone era e solo riconducibile alla Città di Ortona, riuscendo a captare mobilità sociale e caratterizzazione forte come quello racchiuso nel concetto del brand. L’identità sociale e l’economia distributiva erano ritenuti brand di garanzia che oggi si tende a costruire artificialmente. La dinamica sociale caratterizzante il pergolone di Ortona è andata via, via perdendosi come il pecorino di atri, le virtù di Teramo ecc. Prodotti che hanno perso la lunga stratificazione sociale hanno generato un impoverimento territoriale dato che non si ha avuto la capacità di sostituirli. Nicola Dragani, Presidente Assoenologi Abruzzo Molise, ha posto l’attenzione dell’enorme opportunità fornita dal Pergolone perché la storia di ognuno di noi è legata indissolubilmente a quella della nostra terra evidenziando pertanto pure il valore sociale, dato che le persone anziane proprietarie di piccoli appezzamenti, invece di disperdersi si occupano delle vigne anche grazie pure alla presenza di punti raccolta come ad esempio la Cooperativa come Citra, Ortona, Tollo, ecc. Nelle conclusioni del dibattito infine si è posta l’attenzione su criticità e sfide della produzione delle uve come ad esempio il cambio climatico. Il futuro vitivinicolo è nella sostenibilità ossia nella coltivazione di uve ottenute con pochi trattamenti, e con meno interventi in cantina per ottenere un prodotto più naturale. L’evoluzione vitivinicola attuale è quella orientata alla coltivazione di vitigni più resistenti, in modo che si ammalino meno al fine di ottenere un vero prodotto sostenibile
La manifestazione si è conclusa con la premiazione per l’anno 2018 dei concorrenti di:
Categoria vino bianco: primo Tullio Della Nebbia; secondo Tito Della Nebbia e terzo Giulio Recchini;
Categoria vini rossi: Rossi: primo Domenico Di Bartolomeo, secondo Rino Pernacchia e terzo Rocco Pandolfo;
Categoria rosati: primo Civitarese Pasquale, secondo Domenico Di Bartolomeo e terzo Rocco Pandolfo;
Categoria olio: primo Recchini Giulio; secondo Sino d’Ottavio e terzo Rino Peracchia.
Florani Laura